Talee autunnali: le piante che radicano meglio a settembre e ottobre
Quando il calendario entra in settembre, il giardino smette di correre e prende fiato. Le giornate si accorciano, l’aria si fa più umida, il suolo conserva il tepore dell’estate ma senza l’arsura di luglio: è una combinazione perfetta per moltiplicare le piante per talea. Non è un caso se molti vivaisti considerano l’autunno un “secondo inizio stagione”: mentre sopra il terreno tutto rallenta, sotto il livello del suolo le radici lavorano con calma e continuità. Se cogli questa finestra, a primavera ti ritroverai con una piccola collezione di piante già formate, robuste e pronte a crescere.
Leggi anche l’articolo sulle talee invernali per novembre/dicembre/gennaio
🔶 Consiglio pratico
Pianifica le talee come un progetto di tre mesi: preparazione a settembre, attecchimento lento in ottobre-novembre, mantenimento protetto in inverno. A marzo avrai materiale pronto per rinvaso o messa a dimora.
Cosa puoi trovare in questo articolo
Perché l’autunno è la stagione delle talee autunnali (e cosa cambia per la pianta)

In termini fisiologici, l’autunno sposta l’ago della bilancia dalla crescita della chioma alla costruzione dell’apparato radicale. Le temperature diurne si assestano spesso tra 12 e 20 °C, l’escursione termica è più gentile, l’umidità atmosferica sale. Tutto questo significa che la talea perde meno acqua dalle foglie, ha più tempo per callare il taglio e avviare i capillari radicali. Inoltre, con il sole più basso non rischi di “cuocerla” sotto una mini serra: puoi permetterti un microclima umido senza creare una sauna. C’è anche un vantaggio psicologico: in autunno non inseguirai una radicazione lampo. Accetti ritmi più lenti, riduci gli errori da ansia (troppa acqua, troppo sole) e arrivi a primavera con piante più resilienti.
Che talee autunnali fare: semilegnose a settembre, legnose a ottobre
Le talee semilegnose sono porzioni di rami dell’anno che hanno iniziato a indurire i tessuti: sono ancora elastiche, respirano bene, radicano in tempi relativamente brevi. Settembre è il loro mese d’oro. Le talee legnose, invece, sono rami maturi, completamente lignificati: resistenti al freddo, partono con calma ma in maniera affidabile. Ottobre è ideale per loro. Le erbacee si possono fare anche in autunno per alcune aromatiche o annuali tardive, ma richiedono più controllo di umidità e protezione.
🔶 Promemoria rapido
Settembre → semilegnose (radicazione più veloce).
Ottobre → legnose (maggiore resistenza al freddo, radicazione più lenta ma stabile).
Il kit di base (e perché l’igiene vale più di tutto)
Ti servono pochi strumenti, ma ben usati: forbici affilate e disinfettate, un ormone radicante (polvere o gel; non è obbligatorio ma aiuta con legnose e specie “toste”), un substrato arioso formato da 50% terriccio universale e 50% sabbia di fiume o perlite, vasetti con fori di drenaggio, una copertura trasparente per creare microclima (mini serra, cloche o bottiglia tagliata) e uno spruzzino a nebulizzazione fine. Etichette impermeabili eviteranno che, a gennaio, tu non ricordi più cosa hai moltiplicato.
L’igiene fa la differenza: una lama sporca porta funghi e batteri direttamente sul taglio. Passa sempre le forbici con alcool o candeggina diluita; se lavori su specie diverse, disinfetta tra una pianta e l’altra.
🔶 Trucchetto low-cost
Niente rullo per compattare leggero? Usa il fondo di un vaso o una tavoletta di legno. Serve solo ad “abbracciare” la base della talea, non a pressare il suolo come cemento.
Procedura passo-passo: come fare talea in autunno
Scegli bene la pianta madre. Guarda rami sani, senza macchie o insetti. Per la lunghezza, stai su 10–15 cm per ornamentali e aromatiche; 20–30 cm (spessore da matita) per fruttiferi e siepi.
Taglia sotto un nodo. Il nodo è una fabbrica naturale di tessuti: lì la talea “capisce” dove produrre radici. Taglia obliquo alla base (per aumentare la superficie) e in dritto in cima (così non confondi i versi). (acquista qui una forbice per talee)
Alleggerisci la chioma. Rimuovi le foglie basali; se quelle apicali sono grandi, accorciale a metà. Limiti la traspirazione e concentri l’energia sulla radice.
Tratta la base. Poca polvere o gel radicante (clicca qui per acquistare ormone radicante) fa miracoli su ortensie, legnose e fruttiferi. Se preferisci naturale, un passaggio in cannella come antisettico o in acqua di salice come stimolante.
Prepara il substrato. La regola è semplice: radici amano l’aria. Mescola 50% terriccio + 50% sabbia/perlite; se temi i ristagni, spingi pure al 60% di inerte. (clicca qui per acquistare la perlite)
Metti a dimora e compatta dolce. Fai un foro guida, inserisci per un terzo della lunghezza, avvicina il substrato con una pressione leggera. Nebulizza per assestare.
Microclima e luce. Copri con cloche o mini serra, posiziona in luce intensa ma non sole diretto. Arieggia 5–10 minuti al giorno per evitare condensa. Obiettivo: umidità alta, zero gocce persistenti.
Aspetta i segnali giusti. Una talea che resta turgida e, dopo qualche settimana, mostra un germoglio nuovo… sta radicando, anche se non vedi ancora radici. Non tirarla su per curiosità: rischi di rompere capillari appena formati.
🔶 Segnale verde
Se tirando lievemente senti “resistenza elastica”, significa che le prime radici si sono ancorate. Ancora niente rinvasi: lasciale consolidare.
Piante che radicano in autunno ed esempi concreti
1) Aromatiche (settembre protagonista, in molte zone anche inizio ottobre)
Rosmarino (settembre – talea semilegnosa). Preleva apici di 10–12 cm da rami dell’anno leggermente induriti. Togli gli aghi inferiori, lascia 3–4 ciuffi apicali. Substrato molto drenante, luce abbondante non diretta. Con microclima corretto radica in 3–4 settimane. Tipico errore: ombra troppo profonda che allunga i germogli e indebolisce i tessuti.
Salvia (settembre – semilegnosa). I rami dell’anno, un po’ coriacei, sono perfetti. Ama umidità costante ma odia il soffocamento: se vedi condensa continua sotto la cloche, arieggia di più. Spesso radica in 4–5 settimane.
Lavanda (settembre – semilegnosa). Aggiungi un filo di ghiaietto fine alla miscela: la lavanda è allergica ai ristagni. Se vivi al Nord, sposta i vasetti contro un muro esposto a sud da novembre in poi. Radici in 3–5 settimane, crescita lenta ma solida.
Timo (settembre – apici semilegnosi). Anche 6–8 cm bastano. Spesso radica senza ormoni. Meglio più vasi con poche talee ciascuno che un vaso sovraffollato.
2) Piante da fiore (settembre-ottobre)
Ortensia (settembre semilegnosa, ottobre legnosa). A settembre taglia sotto un nodo e accorcia le foglie grandi; a ottobre usa talee legnose corte e serra fredda. Ama umidità alta ma non la condensa stagnante: apri la cloche ogni giorno. Radicazione in 4–8 settimane; la ripresa grande arriva a primavera.
Geranio (settembre – erbacea/semilegnosa). Elimina eventuali fiori o bocci: la pianta “deve pensare” alle radici. Puoi farlo anche senza cloche se l’aria non è troppo secca. Ottimo per chi comincia.
Fucsia (settembre – semilegnosa). Predilige un substrato fine, magari con un po’ di fibra di cocco. Attenzione all’acqua fredda: meglio tiepida o a temperatura ambiente per evitare shock.
Camelia (ottobre – legnosa in ambiente protetto). È lenta ma affidabile se il substrato è molto arioso. Non avere fretta: potresti vedere segni evidenti solo in tardo inverno.
3) Siepi e arbusti (ottobre: regno delle legnose)
Ligustro (ottobre – legnosa). Rami spessi come una matita, lunghi 15–20 cm. Base tagliata in obliquo, punta in dritto. Metti anche 4–5 talee nello stesso vaso profondo e separale a primavera. Resa altissima: è il modo più economico per allungare una siepe.
Bosso (ottobre – legnosa). Pianta “filosofa”: radica con calma. Substrato drenante, esposizione luminosa ma protetta. Evita qualsiasi concime nelle prime 6–8 settimane: radici prima, foglie poi.
Forsizia, viburno, pyracantha (ottobre – legnose). Tre classici da autunno. La pyracantha ha spine: guanti e movimenti decisi; una volta attecchita, regala siepi fittissime e bacche decorative.
4) Rampicanti e tappezzanti (ottobre, o settembre se clima mite)
Edera. Radica quasi “coi superpoteri”: in acqua, in terra, in perlite. In vaso conviene comunque il substrato: le radici si formano più forti e trapianti meglio.
Vite americana. Ottobre è il suo mese: fai talee legnose con 3–4 gemme; interra le due inferiori, lascia fuori 1–2 gemme. Perfetta per pergolati e pareti.
Bougainvillea. Solo zone miti. Meglio semilegnosa di settembre; proteggi da freddo e piogge battenti. Odia i ristagni e l’acqua gelida.
5) Alberi da frutto (ottobre; in zone miti anche settembre per olivo semilegnoso)
Fico (ottobre – legnosa). È il fuoriclasse della talea tra i fruttiferi. Taglia 20–25 cm di ramo maturo, spesso come una matita. Interra a metà in vaso profondo con substrato molto drenante. Se vivi al Centro-Sud, spesso radica all’aperto con solo una cloche.
Melograno (ottobre – legnosa). Rustico e generoso. Lavora con talee legnose anche direttamente in cassoni esterni riparati. A primavera ti saluta con germogli vigorosi.
Olivo (settembre – semilegnosa in aree miti). Richiede pazienza: substrato leggerissimo, ormoni radicanti consigliati, protezione da venti freddi. Non bagnare mai a caso: controlla il substrato con le dita.
Vite (ottobre – legnosa). Talee con 3–4 gemme; interra le due inferiori. Mantieni umidità costante senza zuppare. In primavera la spinta è poderosa.
🔶 Nota tecnica
Sui fruttiferi scegli talee più lunghe e “cicciose”: hanno più riserve, superano meglio gli sbalzi e formano un apparato radicale più robusto.
Talee in acqua: quando usarle
Le talee in acqua funzionano bene quando vuoi monitorare l’emissione di radici e mantenere alta l’igiene. Sono ideali per specie erbacee e semierbacee: menta, basilico, coleus, geranio tenero, tradescantia, pothos, begonia (radicazione in 5–20 giorni). Le mediterranee semi-legnose (lavanda, rosmarino, mirto, alloro) invece preferiscono un substrato arioso torba/cocco + perlite: in acqua tendono a marcire. Per limitare muffe usa contenitori scuri e cambia l’acqua ogni 3–5 giorni. Il momento giusto per il trapianto delle talee in acqua al terriccio è quando le radici sono bianche e giovani, lunghe 3–5 cm: oltre diventano fragili e soffrono il passaggio.
Calendario talee autunnali: cosa fare e quando farlo
- Talee Settembre (Nord/Centro/Sud): semilegnose di aromatiche (rosmarino, salvia, lavanda, timo), geranio, fucsia, ortensia. Olivo semilegnoso solo in aree miti (litorali, Sud, isole).
- Talee Ottobre (Nord/Centro): legnose di siepi e arbusti (ligustro, bosso, viburno, forsyzia), rampicanti (edera, vite americana), fruttiferi (fico, melograno, vite). Ortensia passa a legnosa.
- Talee Ottobre (Sud e coste miti): come sopra, ma puoi proseguire con alcune semilegnose protette se le minime restano sopra 12 °C.
🔶 Regola del termometro
Sotto **8–10 °C** le talee non muoiono, ma **sospendono** la radicazione. Proteggi dal vento freddo, sfrutta muri esposti a sud e usa TNT nelle notti più rigide.
Talea o semina? Differenze reali, vantaggi e limiti
La talea è una clonazione: ottieni una pianta identica alla madre. Se ti piace una particolare ortensia blu, un fico dolcissimo o un rosmarino super profumato, la talea è la via sicura. È anche più rapida: molte specie sono pronte per il giardino in 12–24 mesi. Il rovescio della medaglia è che non tutte le piante radicano facilmente, e serve un po’ di attenzione al microclima.
La semina è un’altra storia: genera variabilità genetica (non sempre vuoi o ottieni il clone). È utilissima quando cerchi molte piante a basso costo (tappezzanti, fiori annuali, alcune perenni) o vuoi esplorare nuove combinazioni. I tempi sono più lunghi: alcune specie fioriscono/allegano dopo anni. Nei fruttiferi, spesso si ricorre a innesto su portainnesto per garantire uniformità di frutto e vigoria.
🔶 Scelta rapida
Vuoi uniformità e velocità? → Talea.
Vuoi quantità e sperimentazione? → Semina.
Nei fruttiferi, valuta anche innesto per varietà pregiate.
Problemi tipici ed errori da evitare (e come uscirne)
Marciumi alla base. Quasi sempre causati da substrato troppo compatto o annaffiature generose. Soluzione: aumenta la frazione inerte (perlite/sabbia), irriga con nebulizzazione e solo quando il substrato torna appena umido.
Muffe sotto la cloche. Condensa fissa = funghi. Arieggia ogni giorno; se necessario pratica due microfori sulla copertura. In casi estremi, una spolverata di cannella come antisettico naturale.
Talee flosce. Spesso sole diretto o aria secca. Sposta in luce filtrata, accorcia le foglie e aumenta leggermente l’umidità. Evita correnti fredde.
Radici invisibili dopo settimane. Alcune specie (camelia, bosso) sono oggettivamente lente. Verifica solo che le minime non crollino; in inverno, la radicazione rallenta ma non è persa. Pazienza e microclima stabile.
Parassiti del substrato (moscerini del terriccio). Succede se c’è sempre umido. Lascia asciugare il primo centimetro di suolo prima di nebulizzare di nuovo; evita acqua stagnante nei sottovasi.
🔶 Regola d’oro dell’acqua
Meglio un terriccio appena umido che bagnato. L’eccesso d’acqua uccide più talee della sete.
Quando rinvasare e come “svezzare” le nuove piante
Tra fine autunno e inizio primavera potresti vedere radici affacciarsi dai fori del vaso. È un buon segnale, ma non è una gara: aspetta che la talea opponga resistenza se provi a sollevarla. Al primo rinvaso scegli un contenitore solo un po’ più grande e un terriccio di qualità non troppo ricco: vuoi radici “curiose”, non pigre.
A fine inverno-inizio primavera, inizia l’acclimatazione: apri la cloche ogni giorno per tempi sempre più lunghi finché la togli. Da aprile (o quando le minime >10 °C) puoi valutare il trapianto all’esterno. Nei fruttiferi e nelle siepi, una pinzatura dell’apice dopo il rinvaso stimola la ramificazione e rende la pianta più piena.
Conclusione
Le talee autunnali sono una palestra perfetta: ti insegnano ritmo, osservazione, misura. In scienza delle piante non tutto è immediato, ma l’autunno gioca dalla tua parte: umidità naturale, temperature miti, poca evaporazione. Se scegli specie collaudate (aromatiche, ortensia, siepi classiche) e aggiungi qualche sfida ragionata (fico, melograno, olivo in climi miti), in pochi mesi ti ritroverai un vivaio personale costruito con le tue mani.
Ricorda i tre pilastri: substrato arioso, acqua a nebulizzazione (mai ristagni) e microclima protetto con arieggiamento quotidiano. Con questi accorgimenti, settembre e ottobre diventano davvero i mesi “magici” per trasformare un semplice ramo in una pianta nuova.


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